Roma, 20 Dicembre, 2001

 

IL MORSO DEL SOMARO

Lo scrivente, è il presidente del Partito Italiano Nuova Generazione, Pietro Sabato. Vorrei esporre un ulteriore increscioso episodio, vissuto dal sottoscritto, nel centro storico di Roma, il 20 Dicembre alle ore 10 circa, in via Ruinaglia. Prima di descrivere l’accaduto, vorrei fare la solita breve prefazione; richiamando l’attenzione di tutti i cittadini Italiani e gli Onorevoli Politici, non colleghi, circa il modello di vita del sottoscritto e dei suoi coetanei, nel suo paese natale. Illo tempora, 40 anni fa, quando lo sport e le attrezzature sportive, erano per la maggior parte dei giovani una utopia, e quindi, volendo praticare uno sport specifico, dovevamo inventarci le attrezzature, per esempio, per giocare al calcio, dovevamo creare la palla, che fondamentalmente era composta da un misto di carta, stracci di cotone e di lana appallottolati è ricoperti da elastici di camera d’aria di biciclette in disuso e il divertimento era assicurato, dato il falso rimbalzo dell’ attrezzo. Ma tutto ciò, non era sufficiente a placare le nostre energie e inventavamo oltre ai giochi, scherzi poco ortodossi, come appunto, riferendomi al tema di oggi “ Il MORSO DEL SOMARO”. Per eseguire questo scherzo, bastava la distrazione di un amico, che seduto al bar e sommerso nella lettura di un quotidiano oppure di un libro, scattava la trappola, sorprendendo alle spalle la vittima e appena guadagnata, una distanza ravvicinata, si infliggeva al malcapitato, una fortissima stretta con la mano, sulla parte superiore del ginocchio, dove protendono i muscoli della gamba, vale a dire come una morsa di un fabbro oppure, un morso d’ asino, provocando così , un dolore lancinante, che molto spesso, pur trattandosi di scherzi fra amici, dava adito a litigi maneschi. Finita la prefazio, veniamo ai fatti accaduti sopra accennati. E’ inaudito, che dopo 40 anni, il sottoscritto abbia ricevuto a Roma in via Ruinaglia, per un divieto di sosta, il fatidico “ MORSO DEL SOMARO”, a mezzo di una morsa di ferro applicata su una ruota della propria autovettura, per aver infranto inavvertitamente il codice della strada, in quanto, divieto di sosta ai non residenti, la cui autovettura , non recava alcun grave intralcio al traffico, poiché ben parcheggiata insieme ad altre autovetture di cittadini residenti, aventi diritto al parcheggio, inoltre la mia sosta, veniva documentata dall’ apposito tagliando di parcheggio a pagamento, di L. 2000, esposto all’ interno, sul cruscotto dell’ autovettura, ove il disco orario, segnalava la breve sosta di un ora. Domanda ai signori vigili che hanno riscontrato l’infrazione: sapendo che il contravventore, sarebbe tornato dopo una ora, era proprio necessario, applicare il morso del somaro? Non era sufficiente una semplice multa di divieto di sosta? Ritengo questi metodi medievali, un abuso nei confronti dei cittadini, in quanto paragonati agli schiavi di un tempo, segregati con la catena alla caviglia, per evitare la fuga dall’ oppressore. E’ preferibile la rimozione totale della vettura, a questa umiliazione. Inoltre, emerge che, il sottoscritto per sbloccare dal morso del somaro il proprio autoveicolo, dopo aver telefonato all’ apposito numero, lasciato dai vigili sul parabrezza dell’auto, ha dovuto pagare, L. 78000 per aprire con una chiave, la bocca del somaro, e poter sbloccare l’auto, una piccola flessione delle gambe, pagarla 78000 è veramente uno schiaffo al cittadino e come se non bastasse, entro 15 giorni bisognerà pagare ulteriori denari, pari a L. 63.510 per l’ infrazione di divieto di sosta.

Concludo, con un invito ai cittadini, di annoverare questo episodio, affinché, in futuro, si eviti di incappare in questo abuso, con la speranza che gli Onorevoli Politici legislatori, si ricredano su questa legge, togliendo, dalla circolazione “IL MORSO DEL SOMARO”, riscattando così, l’ Asino che tanto asino non è.

 

Buon Natale a tutti

                                                                                                          IL Presidente

                                                                         Pietro Sabato




Torna all'indice