Roma, 12 giugno 2020 ore 7,06 DA: Pietro Sabato, nato a Putignano 11/04/42 Presidente Nazionale del Partito Italiano Nuova Generazione, costituito il 16 Giugno del 2000, la cui Sede e residenza del sottoscritto site in Via Cropani, 49 - 00118 Roma. Sito del Partito: www.nuovagenerazioneroma.it E - Mail piertrosabato42@pec.it pietrosaba0442@gmail.com pietrosaba@tim.it Tel. e fax 067231027 A: ANSA ed a tutto il mondo politico che faccia tesoro di quanto di storico è tramandato oggi, 12 giugno, in mondo visione. Oggetto: La storia si ripete… Egregi Politici di tutto il mondo, dagli inizi del XX secolo, ad oggi nel XXI secolo, la storia ci porta indietro grazie al sottoscritto, Pietro Sabato, che il 18 luglio dell’ormai lontano 2018 depositò in SIAE il Progetto Umanitario: Le Neviere, I Deserti i Climatizzatori dell’Intero Pianeta Terra e quindi per fatalità oggi all’umanità torna comodo ripercorrere la vecchia strada, cioè, tornare indietro negli anni e ripercorrerla in modo diverso, cioè prelevando gran parte della neve che cade nel mondo nei periodi invernali e conservarla in apposite Neviere, anzi in piccoli carri trainati da cavalli, come la foto sopra espressa, in grandi navi da trasporto munite di celle frigorifere, ed il tutto, in attesa della costruzione di acquedotti internazionali, quindi, trasformare tutta questa neve in acqua potabile per tutti i Popoli che da tempo soffrono la sete e la fame. Inoltre ripeto per la millesima volta, eviteremmo le piene dei fiumi, e quindi, che tutta questa manna caduta dal celo, finisca inoperosamente nei mari salati. Concludo, realizziamo tutti insieme questo progetto umanitario, non possiamo più soprassedere al problema, la pandemia che è scoppiata ormai in tutto il mondo, ci fa riflettere che nel mondo siamo tutti uguali, e quindi navighiamo sulla stessa barca, e se dovessimo continuare a comportarci come gli struzzi, anzi di nascondere la testa sotto la sabbia, la spazzatura sotto il tappeto delle nostre case, la prossima pandemia potrebbe estinguere l’intera umanità, meglio dire avverrebbe l’estinzione dei Dinosauri Umani, che pur essendo dotati di intelligenza, soccombono per la loro efferata cupidigia, (dal Latino: cupiditia, der. di cupidus – cupido – Avidità sfrenata di ricchezze, di possesso: c. di denaro; c. dell’altrui (Leopardi). Quindi, gambe in spalla ed irrighiamo e ripuliamo tutti insieme il nostro Pianeta! Carpe Diem! Di seguito la didascalia epocale. Ossequi, Pietro Sabato, il Nevarolo del XXI secolo… Da: IVO MAGALOTTI a MEMORIE DI ROMA – informazioni rilevate dalla rete con la foto epocale sopra espressa risalente agli inizi del XX secolo. Oggetto: I Nevaroli del XX secolo I santi Sebastiano e Valentino erano conosciuti a Roma come i protettori dei fornai, orzaroli e Nevaroli. I nevaroli fino agli inizi del XX secolo, si occupavano di raccogliere, conservare, trasportare ed infine vendere la neve! A suon di palate, il nevarolo riempiva un carro profondo e trasferiva il prezioso carico in cantine o grotte le cui aperture dovevano essere limitatissime per evitare che il freddo si disperdesse. Con lo stesso scopo questi ambienti venivano chiusi in modo più possibile ermetico. La neve successivamente veniva compattata attraverso le operazioni di pestaggio ed i diversi blocchi erano mantenuti separati ed isolati termicamente con l’ausilio della paglia. Con l’arrivo del caldo la neve, diventa ormai ghiaccio, quindi, veniva tagliata in pezzi più piccoli, più facili da trasportare e più vendibili. Ovviamente il luogo d’elezione per l’approvvigionamento di neve per la Capitale erano i Castelli Romani, dove i pozzi di Rocca Priora e di Rocca di Papa erano i più famosi. Però i pozzi tuscolani erano senza dubbio i più comodi, per la loro vicinanza a Roma. Strutture di questo genere erano piuttosto conosciute a Roma, tanto che quando un romano entrava in una casa particolarmente fredda, l’esclamazione di rito recitava: Sta casa pare na neviera! In tempi più recenti, i nevaroli furono rimpiazzati dagli operai della Fabbrica del Ghiaccio, legata allo stabilimento della Birra Peroni, nell’area di Piazza Alessandria. Da qui le colonne di ghiaccio venivano trasportate in città con i carri trainati da cavalli da tiro ed il ghiaccio era acquistato da osterie, macellerie, pescivendoli e trattorie. Ma presto comparirono anche nelle case private, le personali ghiacciaie, nelle quali veniva conservato il ghiaccio e, con esso, il freddo. Roma, 11 giugno 2020 diramata alle ore 8,15 Questa didascalia mi è stata inviata via E mail dal mio Amico, Maurizio, dirimpettaio di casa. Da: Maurizio Iannucci A: Pietro Sabato Email pietrosaba0442@gmail.com DA: Pietro Sabato A: ANSA ed a tutto il mondo politico… Egregie Autorità di tutti gli Stati del Mondo, questo messaggio mi è stato inviato dal mio amico dirimpettaio, Maurizio, il che dimostra che le mie Neviere, cioè, il mio progetto umanitario, dopo cento anni torna di moda. Orsù, per il bene di tutta l’umanità, bisognerà privare tutti i mari della Terra di acqua dolce. Questo sarà il nostro prossimo obbiettivo mondiale. Considerazione: Il Nostro Pianeta Terra nel proprio entroterra ha bisogno del 60% di acqua dolce per sopravvivere, similmente al corpo animale. Meditate Gente di Potere! CARPE DIEM! Risolviamo una volta per sempre, la sete e la fame nel mondo. Ossequi, Pietro Sabato

 

 

 

 

 

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Roma, 21 luglio 2019