Roma,20 Febbraio 2003

 

“Amadeus, Lo Schermitore dell’ Eredità”

 

Lo scrivente è Pietro Sabato, presidente Nazionale del P.I.N.G. Partito Italiano Nuova Generazione.

 

Riferendomi a tutti coloro che seguono l’attività politica del sottoscritto, è bene che sappiano, che questo breve racconto, di seguito descritto, è riferito ad altri due simpatici episodi, il primo intitolato ”La Rosina” Racconti di Carnevale del 31 Gennaio 2003 e il secondo, “Cucuzza Lancillotto”, del 5 Febbraio 2003, entrambi presenti nel sito e indirizzati a suo tempo alla Rai per una critica sollevata dal sottoscritto, diretta alla trasmissione televisiva l’Eredità, condotta dal Dott. Amadeus.

Vorrei esprimere tutta la mia simpatia per il Dott. Carlo Conti, per aver introdotto nel suo programma televisivo “I Raccomandati” (andato in onda in prima serata su Rai Uno, Martedì 18 Febbraio) un secondo furgoncino a tre ruote ( il primo esibito con destrezza dal Dott. Cucuzza nella precedente puntata) molto simile al mio motorino Donizelli, che nel 1971, svolgendo le mansioni di fattorino mi ha fatto sbarcare il lunario per ben quattro anni, e vedendo Martedì scorso il Dott. Amadeus e le sue Ereditiere a bordo di esso, mi hanno fatto ricordare una filastrocca, che recitai durante una festa aziendale, in presenza di circa 500 dipendenti e alcuni Auditor Inglesi della nostra Azienda Multinazionale, per meglio cogliere l’ironia della filastrocca, è necessario che Vi presenti gli interpreti e la trama di questo episodio, ripeto realmente accaduto e credo sia stato memorizzato da tutti i presenti, in quella serata del 1971, purtroppo il mio compagno di questa avventura non è più fra noi, è recentemente scomparso, e oggi approfitto per ricordarlo con grande affetto, il bravo dirigente M. Demetrio, quindi avendo questi, lo stesso nome dell’ allora famoso corrispondente estero, Demetrio Volcic, decisi così, di battezzarlo con il nomignolo di “Volcic”, essendo coetanei, e conoscendo bene il sottoscritto, accettava senza peso questo appellativo, e tornando al fatto, una mattina lo incontrai nella Banca della nostra Azienda, facendo una breve parentesi, questo affabile dirigente era più piccolo del sottoscritto, sia di statura che di peso, e peraltro essendo una persona di poche pretese, mi chiese per l’ennesima volta un passaggio nel piccolo furgone, per recarsi in Sede, di solito questo breve tragitto, lo percorrevo a tavoletta, pur essendoci un semaforo a circa centocinquanta metri e quindi ben visibile dalla banca e se questo però, al momento della mia partenza, segnalava luce rossa, secondo i miei calcoli, lanciando il motorino alla massima velocità, cioè di 45 chilometri all’ora, a circa venti metri dall’ incrocio il semaforo prevedibilmente, sarebbe diventato verde, quindi senza frenare o decelerare, in questa circostanza, passavo sempre in velocità il semaforo regolarmente con il verde, senza commettere alcuna infrazione, ma quel giorno purtroppo i fatti non andarono così, dopo aver preso a bordo il piccolo dirigente, (pur commettendo una grave infrazione, poichè il motorino era omologato per un solo passeggero, ma essendo noi piccini, si rischiava), accorgendomi del particolare prima descritto, cioè che il semaforo visibile dalla banca, segnalava luce rossa, accelerai come sempre a tutta birra e il passeggero con grande ansia, durante il breve tragitto, mi ripeteva consecutivamente: “ A Sabà è rosso… frena!” ( La parola Sabà è riferita al mio cognome abbreviato) sicuro dei miei calcoli non ascoltai il suo consiglio, tranquillizzando il passeggero e informandolo che non valeva la pena rallentare o frenare, poichè fra pochi secondi sarebbe scattato il verde, infatti con grande stupore del dirigente, non appena finito di esprimermi, il semaforo si illuminò di luce verde, addirittura circa 15 metri prima di arrivare all’incrocio, e mentre ci sbellicavamo dalle risate, per questa mia bravata, un tassista ( che nella filastrocca si guadagnerà l’ appellativo di cane e non per disprezzare il cane in quanto tale, ma per il suo comportamento maldestro nella guida) con il suo taxi, a velocità sostenuta, passava l’ incrocio dall’altra direzione con la luce rossa e così ci fu il botto, per fortuna senza conseguenze per nessuno, sia per gli occupanti del motorino che da parte dell’ investitore.

Dopo questa dettagliata descrizione dei fatti realmente accaduti nel 1971, Vi auguro oggi 19 Febbraio 2003, periodo di carnevale, una buona lettura e buon divertimento a tutti gli amici lettori, ringraziando il Dott. Cucuzza, il Dott. Carlo Conti, il Dott. Amadeus e gli autori del programma, per aver rispolverato il mio onorevole passato.

 

Lo spigolatore Putignanese

 

Racconti di Carnevale

 

Me ne andavo al mattino con il motorio a spigolare, quando ti incontro il Volcic per il viale, che agitando il pollicione, chiedeva ingresso nel furgone, subito fermatomi a bordo lo presi , ma dopo un via vai di gimcane, finimmo addosso ad un cane, dall’ urto per tre volte il motorio come una trottola si girò ed infine, la quarta volta si ribaltò, e dopo una serie di capocciate, tra un lezzo di pipì e di popò giacemmo lì per un pò, tanta gente in soccorso si avvicinò e con grande forza ci rialzò, ma la forza fu cotanta che finimmo sull’altra anca, e fu cosi che il Volcic, senza alcun graffio, uscì fuori dal finestrino dell’ormai distrutto motorino.

Concludo, paragonando questa parabola, ai nostri comportamenti quotidiani, riflettendo che non si è mai sereni con se stessi, quando si ha la presunzione di non sbagliare mai, fingendo di ignorare determinate regole fondamentali per un corretto comportamento verso gli altri, come nel caso del fattorino incosciente, pur avendo ragione nell’ aver superato il semaforo con la luce verde, non si discolpa dal fatto, di aver messo in pericolo la propria vita e quella del suo amico dirigente, per non aver voluto frenare prima di arrivare all’incrocio, preferendo spaziare, con la sua incosciente e pericolosa esibizione.

Pertanto, Egregio Dott. Amadeus, forse questa parabola è troppo pesante per essere paragonata ad una futile regola del galateo, ma dato il periodo carnevalesco, ritengo, sempre se Lei, da buono schermitore sia d’accordo, ad informare i telespettatori, che additare le persone è cattiva educazione, ma che per esigenza di copione, sia stata concessa questa eccezione.

 

Distinti Saluti

                                                                                                                                         Pietro Sabato