Roma, 28 Marzo 2012
DA: Pietro Sabato, Presidente Nazionale del Partito
Italiano Nuova Generazione.
Via Cropani, 49 00118 Roma
– Tel 0039067231027 E mail saturdaysrl@tiscali.it
Sito web: www.nuovagenerazioneroma.it
A: Cancelliere della Corte Europea dei
Diritti dell’Uomo, Consiglio d’Europa – 67075 Strasburgo Cedex
FRANCIA. R.R.
A: ANSA
C.P.C.: Ministro della Giustizia Avv. Paola Severino,
ANSA
C.P.C.: Ambasciata
Israeliana Italiana. Da Dodici anni Esiste Questo Partito e nessuno ne parla…
sochnut@tiscalinet.it stampa.telaviv@esteri.it press@roma.mfa.gov.il
Primo
Oggetto: Come da Richiesta della Istituzione in
indirizzo, lo scrivente si pregia di inviare copie della sentenza 37070/2010 del
15 Dicembre scorso, emanata dalla Corte Suprema di Cassazione Italiana. Di
seguito i contenuti…
Ritenuto in Fatto
Con decreto del
24/2/10 il Gip presso il tribunale di Roma ha
disposto l’archiviazione del procedimento n. 136/10, che vedeva quale parte
offesa il sig. Pietro Sabato.
Avverso detto
provvedimento quest’ultimo ha proposto ricorso per
Cassazione, denunciando ana serie di fatti che
avrebbero dovuto indurre il decidente a non pronunciarsi per l’archiviazione.
Il Procuratore
Generale presso questa corte ha inoltrato in atti
requisitoria scritta nella quale conclude per la inammissibilità del
ricorso.
CONSIDERATO IN
DIRITTO
Il ricorso è
inammissibile.
Rilevasi, infatti, che i
motivi a sostegno della imputazione non denunciano
specifici vizi di legittimità, risolvendosi in censure in punto di fatto del
gravato provvedimento, che, peraltro, si
rivela sorretto da un apparato argomentativo immune
da vizi logico- giuridici, peraltro le doglianze sollevate non sono consentite
in sede di legittimità dal vigente codice in rito.
Osservasi, sul
punto, che il provvedimento di archiviazione è
impugnabile solo nei rigorosi limiti stabiliti
dall’art. 409,co.6, c.p.p.,
che rinvia all’art. 127, co. 5,c.p.p.,
il quale sanziona con la nullità la mancanza osservanza delle norme concernenti
la citazione e l’intervento delle parti in camera di consiglio.
Ne consegue che non
è mai consentito il ricorso per cassazione per motivi diversi, cioè attinenti al merito della notizia criminis ( ex multis
Cass 16/3/07. n.11524).
Tenuto conto, poi
della sentenza del 13/06/ 2000, n. 186, della Corte Costituzionale, e rilevato
che non sussistono elementi per ritenere che il Sabato abbia proposto il
ricorso senza versare in colpa nella determinazione della causa di inammissibilità, lo stesso
deve, a norma dell’art.616 c.p.p.,
essere, altresì, condannato al versamento di una somma, in favore della Cassa
delle Ammende, equitativmente fissata, in ragione dei
motivi dedotti, nella misura di Euro 1000,00.
P.Q.M.
La Corte Suprema di
Cassazione dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al
pagamento delle spese processuali e della somma di euro
1000,00 in favore della Cassa delle Ammende.
Il consigliere estensore
Il Presidente
( dott. Santi Gazzara) dott. Saverio Felice Mannino
Osservazione del sottoscritto: Fine della requisitoria, come tutti avrete notato non si fa un minimo cenno dei fatti e dei nomi
degli imputati. Emerge solo l’ eccessiva quantità di
burocrazia che vige nella nostra Giustizia. Questa è la Giustizia Italiana.
(Ovviamente alla Istituzione in indirizzo sarà inviata in copia l’originale della
requisitoria rilasciatami dalla Corte Suprema di Cassazione. (
quattro copie f.to A/4).
Secondo
Oggetto: Arringa finale dello scrivente per i vari procedimenti inviati e
descritti nei minimi particolari, a Codesta Istituzione
Europea in indirizzo.
Gli Italiani, Tutti Figli di CAVOUR…
Egregio Cancelliere,
finalmente dopo circa tre mesi ho potuto rilevare dalla Sede della Corte
Suprema di Cassazione la sentenza espressa in oggetto, di seguito
dattiloscritta, e ripeto in allegato in copia, da Lei richiesta, di cui il
sottoscritto è vittima di plagio di copyright perpetrato dalla
RAI S.P.A., dalla Medusa S.P.A.
e dalla Endemol Italia S.P.A.
, il cui giudizio finale è stato espresso dai Cinque Giudici della Corte
Suprema di Cassazione, di cui:
Il
Presidente: Dott. Saverio Felice Mannino
Consiglieri: Dott.
Alfredo Teresi, Dott. ssa Elisabetta Rosi, Dott.
Alessandro Maria Andronio,
ed il Relatore, Dott. Santi Gazzara..
Ebbene, sono occorsi tre mesi per ricevere questa sentenza formulata da
cinque Giudici della Corte Suprema di Cassazione, descritta con pochissime
parole, di cui la più ricorrente in questi casi è: INAMMISSIBILE: contro una
miriade di relazioni, circa 30, con una media di tre pagine cadauna, da
inconfutabili descrizioni accusatorie dello scrivente. Inoltre, vorrei sollevare alcune critiche tra cui:
è giusto che per giudicare una controversia occorrano cinque Giudici, che
ovviamente noi cittadini paghiamo profumatamente?
Ed infine per quanto
riguarda i tre mesi di tempo occorsi per ricevere la copia della sentenza, secondo
Lei Cancelliere non crede che siano troppi, facendo notare che lo spazio
temporale che intercorre dal terzo piano dell’edificio, dove si è consumata la
sentenza, al dover trasferire
l’esito della stessa, costituito da due soli fogli di carta uso bollo, al piano
terra, dove vige l’ufficio copie, ebbene, tra i due luoghi, in linea d’aria la
distanza è di circa 20 metri, oppure di 75 scalini, oppure di 30 secondi di
ascensore, oppure tecnologicamente, un clic di un nano secondo con il computer;
e non è finita qui, per ricevere la copia della sentenza dall’ufficio copie, previa
domanda scritta, si hanno due possibilità, la prima, se si intende ricevere la
copia con urgenza, cioè dopo solo due giorni lavorativi, bisognerà annullare il
foglio della sentenza con una marca da bollo di euro 3,54, invece senza
urgenza, con una marca da bollo di Euro 1,10 e cinque giorni lavorativi. Ovviamente
essendo ormai squattrinato ho scelto la seconda
opzione quella da Euro 1,32.
Abbian fatto 30, facciam 31, cioè ho atteso tre
mesi, giorno più giorno meno, ormai il problema dell’ urgenza non è più
prioritario. Fine del trambusto.
Ed ora parliamo
dello sfarzo che attualmente vige nella piazza
antistante il Palazzo di Giustizia, che dopo tanti anni è finalmente sgombro da
transenne, il mega parcheggio sotterraneo è ormai
ultimato, e Piazza Cavour è finalmente tornata ai cittadini romani, ed a
proposito di Camillo Benso Conte di Cavour, io sottoscritto Pietro Sabato, di
Villica Provenienza, aprirebbe con azzardo una breve parentesi, rifacendomi ad
un mio precedente articolo, sulla figura politica del Conte di Cavour, il quale
sebbene sia stato l’artefice dell’Unità d’ Italia, lo contesto come simbolo
indiscusso, degno di rappresentare la nostra Giustizia, in quanto tale
personaggio gonfiato dalla storia, considerato persona integerrima, invece dai
fatti storici decantati anche dal Vespone: dal Dott. Bruno Vespa, risulterebbe essere stato un grande gigolò o puttaniere che dir si
voglia, ed invece secondo l’opinione del sottoscritto è stato un grande Emerito
Burocrate, che appunto con i suoi oliatori da ettolitri ed ettolitri di
lubrificanti, sia riuscito ad unificare l’Italia, buon sangue non mente, infatti
gli Italiani, tutti figli di Cavour, rispecchiano l’attuale situazione di
corruzione e burocrazia che vige da illo tempora nelle
Nostre Istituzioni, e nella nostra Magistratura, secondo la mia esperienza
negativa diretta, e nella vigente secolare lentezza con cui si svolgono i
processi, con 5.000.000 di cause civili pendenti e 3.500.000, Penali.
Una causa che si
potrebbe definire in 30 minuti, nel mio Paese si protrae dai cinque anni, ai
dieci anni. Questi sono fatti e non puttanate!
Quindi, chiusa
questa parentesi di vera storia sputtanatrice, e
torniamo al lusso che ora vige nella piazza antistante il Palazzo di Giustizia,
ove presiede la Corte Suprema di Cassazione, e debbo
ammettere che la visione è veramente paradisiaca, attualmente adornata da bellissime
aiuole, piante esotiche, da fiori e panchine.
Riflessione con
domanda Lubranesca: La Domanda sorge spontanea: Tutta
questa bella apparenza antistante il Palazzo della Suprema
Corte di Giustizia, ci vorrebbe far intendere che in seno a codesta Istituzione
fila tutto liscio come l’olio? Cioè, che sia amministrata
egregiamente dai nostri Giudici nella funzione e nel rispetto del loro
sacrosanto compito di indossare la Toga, quindi avendo Questi la responsabilità
di giudicare equamente il popolo italiano, rispettando l’articolo 101 della
Costituzione, cioè il diritto di tutelare il cittadino da ogni angheria e mala
giustizia? Ripeto, con l’esperienza diretta subita dal sottoscritto sopra
accennata, non mi pare che tutto fili liscio come
l’olio. Quindi non è tutto oro quello che luccica.
Pertanto, Egregio Cancellire ed ecco sorgere un’altra domanda spontanea:
leggendo i contenuti della sentenza dei cinque Giudici sopra espressa, e confrontandoli
con le mie arringhe difensive in vostre mani, non Le sembra che tutto questo bel
vedere espresso davanti al Palazzo di Giustizia potrebbe essere paragonato ad
una delle favole di Fedro, che noi tutti abbiamo studiato nei primi anni nelle
scuole Medie?
Ebbene, quella che
si addice di più al nostro caso, è quella della Volpe e La maschera Tragica,
che secondo la favola si svolge così: (ovviamente
dopo una breve premessa)
Un tipo particolare di Parodia: La controfavola:
Premetto che con il
termine “ Favola” si intende una narrazione fantastica
che contenga un messaggio educativo e morale. Questo può essere collocato
all’inizio della favola ( e allora si
chiama tecnicamente promythion) o alla fine di essa (epimythion). Nel primo caso, la narrazione
funge da esempio del messaggio citato, mentre nel secondo offre lo spunto per
la conclusione. Le favole più antiche, quelle di Esopo
e di Fedro, avevano come protagonisti gli animali, ai quali erano abbinati i
comportamenti umani. Alcune di queste sono famosissime, anche perché sono state
riprese da autori successivi, come La Fontane, Trilussa ed oggi da Pietro Sabato. Presenterò qui di
seguito una serie di parodie di favole Fedriane, che
chiamerò controfavole. Il primo messaggio consiste
nel rovesciamento dei ruoli. In pratica, il forte deve diventare debole e
viceversa, l’astuto deve diventare sciocco, e così via. Per il resto, via
libera alla fantasia. La favola di cui mi pregio di proporre è appunto: La
Volpe e la Maschera Tragica, il cui testo originale in
traduzione italiana è:
Una Volpe vide una
maschera tragica. Ci girò intorno alcune volte e
disse: “ Quanta apparenza! Ma non ha Cervello!”
Questo è detto per coloro che hanno avuto dalla sorte onore e gloria, ma niente
buon senso. Ovviamente è risaputo che le Maschere tragiche erano indossate
dagli attori in teatro per recitare tragedie. Ne esistevano
di bellissime, molte elaborate e colorate.
Ebbene, la parodia
consiste in questo caso nell’eliminare la morale e nell’attribuire alla vicenda
un andamento diverso ed imprevedibile: La maschera, anziché subire e fare la
figura della sciocca, parla, mentre la volpe perde il suo ruolo da astuta
protagonista e rimane scornata. Inoltre il contesto
viene modernizzato, in modo che sia più fruibile da parte di un lettore di
oggi. Ecco una possibile parodia:
Una Volpe vide una
maschera tragica ed esclamò: Oh, com’è bella! Ma non
ha cervello”. Al che la maschera tragica, assai risentita, ribatté senza
esitazione: “Questo
te lo credi te, testa di rapa, che faresti meglio a farti gli affari tuoi
cercando di non finire nell’armadio di qualche ricca signora, assieme ad altre
pellicce della tua razza. E poi, per tua norma e regola, sappi che al giorno d’oggi fa molta più strada chi non ha cervello che
chi ce l’ha, quindi sappiti regolare”.
La volpe, assai
stizzita perché non si aspettava una simile reazione, disse con aria di
superiorità: “ Beh, non riesci nemmeno a farmi ridere; d’altro canto, sei una
maschera tragica, che cosa ci si può aspettare da te? Sei patetica!”
Ed ecco la replica
della Maschera tragica: Cara collega, anziché fare come tuo solito nelle
favole, fatti una cultura, e vedrai che io sono ancora di moda nel teatro Pirandelliano e sulla faccia di ogni
povero cristo alle prese con la vita quotidiana, mentre tu sei una razza
in via di estinzione, e puoi servire al massimo per impietosire le signore e
convincerle a comprarsi una pelliccia ecologica”.
Concludo, la volpe, del
tutto convinta e dopo aver fatto i suoi bravi calcoli, andò a comprarsi una maschera
da CANE, Bau! Bau! E si mise al servizio del guardiano di un teatro, pensando
che così, in fondo, la vita era assai meno grama.
Ma contrariamente a
questo finale, garantisco che il sottoscritto ricoprirà sempre il ruolo del
Leone, il re della foresta.
Cordiali Saluti
Cancelliere, attendo con trepidazione la Sentenza di Questa Corte, tutte le Sue
richieste sono state esaudite.
Pietro Sabato
P.S.: Di
seguito mi sia concessa l’arringa dell’altro procedimento, riferito agli
Emeriti Parlamentari Europei, iniziando dall’Italia, L’On. Gianfraco
Fini, dalla Romania, George Becalì,
e dalla Francia, Jean Francoise
Cupé, tutti accusati dal sottoscritto di plagio di copyright,
per aver scopiazzato alla lettera, la denominazione: GENERAZIONE del mio
Partito, vorrei fare loro una domanda psicologica: perché copiare la
denominazione del mio Partito per costituire i vostri rispettivi partiti
politici, oppure associazioni politiche che dir si voglia? Cosa
vi spinge a soffocare, meglio dire ad oscurare, al mondo intero il Vero ed
Originale Partito Italiano Nuova Generazione, peraltro corredato da una Bellissima
ICONA, costituita da un orso Grisly Canadese, che con
le sue poderose zanne protegge simbolicamente quattro bambini di diversa etnia?
Non credete che portando il mio Partito alla luce del mondo, nella Sua
interezza, cioè sia nella Denominazione che nel Simbolo
stesso, potrebbe dare al mondo intero, un severo monito contro i cultori dell’antisemitismo?
Egregi Emeriti Parlamentari Europei, Gianfranco, George
e Jean, mi sia consentita tale confidenza, non Vi rendete conto che dopo 65 anni nel mondo si ripetono episodi
di razzismo e dalla peggiore specie, per la maggiore di carattere antisemita,
come quello accaduto in Francia Giovedì scorso 22 Marzo nella città di Tolosa, dove
dopo 32 ore di assedio della Polizia Francese, il terrorista Mohammad Merah, dichiaratosi un
affiliato di Al Qaida, è stato colpito a morte da un
agente Francese, dopo aver ucciso alcuni giorni prima, nella città di Tolosa
tre Soldati Francesi, e nei giorni successivi sempre nella stessa città, ha
fatto scempio davanti ad una scuola elementare Ebraica, uccidendo un Rabino, due Suoi figlioli ed un altro bimbo che era nei
pressi del luogo della tragedia.
Quindi concluderei anche
questa arringa con due semplici domande, chiedendoVi: cosa Vi spinge a tutto
ciò? Altra domanda: forse in fondo ai vostri cuori si cela una fobia di eccessivo razzismo nei miei confronti e verso il simbolo
del mio Partito?
Inoltre, non Vi rendete conto che i vostri
comportamenti sono condotti in modo mafioso, visto che siete
un gruppo di tre individui, a voler prima prevaricare e poi oscurare a tutti i
costi il mio Partito? “ Il Partito Italiano Nuova Generazione”.
Perché non Vi difendete da queste infamanti accuse?
Pietro Sabato