Roma, 25 dicembre 2020 ore 10,14 DA: Pietro Sabato, Presidente Nazionale del Partito Italiano Nuova Generazione, costituito il 16 Giugno del 2000, la cui Sede e residenza del sottoscritto site in Via Cropani, 49 - 00118 Roma. Sito del Partito: www.nuovagenerazioneroma.it - pietrosaba0442@gmail.com pietrosaba@tim.it pietrosabato42@pec.it Tel. e fax 067231027. A: CSM alla cortese attenzione del Presidente, Prof, di diritto Costituzionale, Sergio Mattarella A: alla cortese attenzione della Direzione dei Servizi Segreti Italiani a mezzo E mail Diretta A: Tutte le Ambasciate site nella Capitale a mezzo E –Mail Diretta A: Ministro della Giustizia Dott. Alfonso Bonafede A: Dott. Luigi Di Maio A: Dott. Matteo Renzi A: Ansa a mezzo E mail Oggetto: La grettezza dei Raioffili continua… Egregie Autorità in indirizzo, vorrei mettervi al corrente di quanto è accaduto dopo aver inviato nella mattinata del 22 dicembre u.s. la mia relazione sputtanante a tutte le Ambasciate* site nella Capitale, descrivo la reazione che ho provocato ai Signori Raiofili, che poche ore dopo, durante la trasmissione l’Eredità, per accentuare la mia condizione vessatoria, che subisco da venti anni e che nessuno mi accredita le mie sacrosante performance, che invece tutte continuano ad essere scopiazzate senza ritegno e senza ricevere un soldo bucato di risarcimento, quindi, per l’ennesima volta sono stato paragonato al nostro famoso compianto: Antonio Meucci, (13 aprile 1808 – ottobre 1889) l’inventore del telettrofono, cioè, del telefono, ma Egli morì di stenti, perché come leggerete di seguito non riuscì a racimolare 10 dollari per rinnovare il brevetto, che gli fu trafugato dal Caporale* americano: Alexander Graham Bell. Tranquilli non capiterà al sottoscritto, perché ho registrato tutto in SIAE, persino il supplemento e quindi anche tutto ciò che pubblico nel Sito del Partito è vietato scopiazzare. Ebbene, la mia è una agenzia nulla sfugge. Per comprendere meglio il paragone che malignamente mi hanno riproposto i Raiofili durante la serata del 22 dicembre u.s. ,motivata da una domanda formulata dal conduttore Flavio Insinna, al concorrente di turno, che è stata: Chi ha inventato il Telefono, ed il concorrente ha risposto: Antonio Meucci, ma dietro a questa risposta si nasconde una innata malignità dei Rauiofili, ripeto, volendo paragonare il sottoscritto alla amara sorte di Antonio Meucci, quindi di seguito un breve sunto dei fatti storici: l'invenzione del telefono ha sicuramente rivoluzionato il modo di comunicare di ognuno di noi. Oggi sarebbe impossibile pensare a un mondo senza telefono, un apparecchio che, in pochi secondi, mette in contatto milioni di persone in ogni parte del mondo. Ma chi c'è dietro questa grande invenzione? La storia è alquanto controversa e densa di equivoci che si perdono nel tempo. Dal 1876, anno in cui venne presentato il brevetto, fino al 2002, si è a lungo dibattuto sulla sua paternità. Chi la riteneva un'invenzione dell'americano Alexander Graham Bell, chi invece dell'Italiano, Antonio Meucci. Finalmente dopo 113 anni dalla sua morte, l’11 giugno del 2002, il Congresso degli Stati Uniti d’America ha ufficialmente attribuito l’invenzione del telefono a quest'ultimo. È bene sottolinearlo in quanto per oltre un secolo l’invenzione di questo apparecchio è stata attribuita, erroneamente, a Bell che nel 1876 presentò il brevetto del telefono. In realtà, già nel 1854 Meucci realizzò il primo prototipo di telefono da lui chiamato telettrofono e che utilizzò all’interno della sua abitazione cubana per poter comunicare con la moglie costretta a letto da una malattia. Purtroppo, brevettare l’invenzione aveva costi elevati che Meucci non poteva sostenere a causa delle precarie condizioni finanziarie in cui versava. Solo nel 1871, trasferitosi a New York dove aveva aperto una fabbrica di candele, l’inventore italiano riuscì a trovare i soldi necessari per ottenere un brevetto provvisorio (denominato caveat) per il suo telettrofono che, tuttavia, necessitava di un rinnovo annuale del costo di 10 dollari. Purtroppo, Meucci riuscì a sostenere le spese del rinnovo solo fino al 1873.Tre anni dopo, precisamente il 7 marzo 1876, l’americano Alexander Graham Bell l’inventore e professore all’Università di Boston, venuto probabilmente in possesso dei disegni di Meucci, presentò e depositò il brevetto di un apparecchio del tutto identico al telettrofono a cui Bell dette il nome di telefono. Meucci non riuscì a sostenere finanziariamente la causa intentata nei confronti di Bell ricordato così, per oltre un secolo, come il padre del telefono soprattutto negli Stati Uniti. Per anni si è dibattuto sulla paternità dell’invenzione ma solo nel 2002, proprio gli Stati Uniti, hanno decretato che questa fosse da attribuirsi all’italiano Antonio Meucci. Ma la storia non finisce qui, perché vorrei commentare la parola: Caporale*sopra espressa riferita all’americano Bell, è riferita al film di Totò: Siamo Uomini o Caporali, ed il sottoscritto, Pietro Sabato, infatti da venti anni è vittima da diversi caporali, così come avrete letto nella relazione di ieri, 24 dicembre. Quindi ora godetevi anche questa breve recensione, rilevata dalla rete, ripeto del Film: Siamo Uomini o Caporali? Nel Film Totò espone al Medico dei pazzi, la sua filosofia che divide l'umanità in uomini e caporali, e cioè le persone per bene e i mascalzoni. Per spiegare meglio le sue convinzioni, ripercorre in una serie di ricordi le tappe essenziali della sua misera esistenza, in un mosaico di episodi frustranti, da quello del direttore del campo di concentramento che lo vorrebbe fucilare, all'ufficiale americano che gli insidia la fidanzata, dal giornalista disonesto che gli fa firmare con l'inganno un falso memoriale, all'industriale vanesio che sposa la fidanzata, sfuggita a stento alle grinfie dell'ufficiale americano. Avremo usato questo titolo migliaia di volte nella nostra vita, per maledire un mondo ingiusto e ingeneroso. Il titolo è il racconto della coscienza di una cattiveria delle cose. Una coscienza descritta proprio da Totò che firma, come Antonio De Curtis, il soggetto del film, accadimento inusuale. Ma per Totò era, quello tra uomini e caporali, un discrimine decisivo, una chiave di interpretazione del genere umano. Nel film la distinzione è quasi di tipo marxiano, sfruttati e sfruttatori. La frase ha una storia. Quindi ancora oggi nel XXI secolo il Popolo Sovrano e soggiogato da Infami Caporali, purtroppo insediati nelle maggiori Istituzioni del Nostro Paese. Dopo questa ulteriore ramanzina, vorrei commentare i messaggi subliminali che sono stati inviati al sottoscritto dai Signori Raiofili durante la trasmissione l’Eredità della scorsa serata la Vigilia di Natale, il 24 dicembre u.s. Il conduttore, Flavio Insinna, nella fase finale della trasmissione, ha proposto al concorrente una soluzione della ghigliottina facilissima, che tutti avrebbero indovinato incluso il sottoscritto che essendo coinvolto sino ai capelli, ho indovinato in un nano secondo, infatti le opzioni che hanno condotto alla soluzione della ghigliottina: Matti, sono state le seguenti: Fontana, Cinque, Via, Mandare, Roba, ebbene il concorrente ha indovinato la soluzione e si è portato a casa 26.000,00 euro. Quindi, i Raiofili, per darmi del matto e dimostrare la loro superbia, invece di risarcire il sottoscritto per tutti i plagi subiti nell’arco di venti anni di attività politica, hanno preferito sperperare 26.000,00 mila euro, inoltre bisognerà aggiungere anche qualche centinaio di mila euro per aver eretto la muraglia perimetrale di acciaio alta cinque metri del Palazzo RAI di Viale Mazzini, 14, per difendersi dalla mia catapulta immaginaria e per finire in bellezza, con le solite lusinghe, mi hanno inviato un altro messaggio subliminale che è stato definito dalla parola: Rincuorato, indovinate da chi, da Paolo Fox, che in questi giorni fatidici mi invia messaggi, predicendomi il futuro, con le solite fatue lusinghe, che farò soldi nel mese di febbraio, invece l’oroscopo dell’altro ieri, mi aveva predetto che farò soldi nel mese di aprile. Roba da Matti! Mi chiedo: Si può far fede alle parole di questi guitti? Considerazione: Ieri mattina per descrivere le mie ragioni, ho scritto 17 pagine, invece loro credono di abbindolarmi, con solo due parole: Roba da Matti. Cioè, dandomi del Matto. Concludo, questo ennesimo sputtanamento, con il famoso detto: Il Bue dice Cornuto all’Asino! Nota: Ambasciate* Attenzione, al mio appello di Asilo Politico, hanno risposto due Ambasciate. Mi accingo a malincuore a lasciare il Mio Paese. Purtroppo nel XXI secolo è ancora governato da Caporali e da Guitti. Buon Natale a tutti, Pietro Sabato

 

 

 

 

 

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Roma, 21 luglio 2019